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fra le montagne e il cielo

La bellezza delle donne e dei bambini, il sorriso spensierato di questi ultimi, gli occhi a mandorla, l’odore di zuppe di verdura, l’inchinato Namaste, e le kata bianche offerte da mani gentili: tutto questo è il Nepal montano. 

Nepal, Kagbeni  Nepal  Nepal

E andiamo, su strade di polvere e pietre, nel silenzio rotto dai nostri schiamazzi e dal soffio del vento che nel pomeriggio si leva; i giganti bianchi montano la guardia al passaggio, sorvegliando da lontano il loro territorio e stendendo lo sguardo propiziatore su aridi monti e altipiani di terriccio e roccia. Pochi arbusti, e a tratti: ma all’improvviso, dietro una curva si intravvede la distesa verde di Kagbeni.

E sono strade lastricate di sassi, su cui giocano bambini e razzolano galline e passano grandi mucche dal pelo lungo e ispido, e donne con la cesta sulla schiena e il grembiule, e  poi ancora file di asini carichi di bagagli… L’aria è frizzante dietro il sole caldo, e la notte sorprende con il buio improvviso e un repentino freddo.

I piccoli chorten fanno capolino da dietro le case, o sbucano isolati dietro la curva del sentiero, mentre le bandiere colorate sventolano sui passi più alti, affidando al vento le loro pregherie.

E poi le case, tenere nella loro povertà dignitosa, che si incontrano in prossimità dei piccoli villaggi, con i vecchi telai in legno fuori dell’uscio, e le donne anziane a tessere sciarpe e cappelli che espongono all’occhio del passante, il turista che in questa stagione non è così frequente incontrare su queste strade.

E Jarkhot, quasi una fortezza là in alto, con il grande monastero rosso e le case digradanti e poi più sotto i campi. Sulle montagne è il Buddhismo ad essere maggiormente diffuso fra la gente, in questa terra dove seguaci di Buddha e Hinduisti convivono pacificamente, spesso incontrandosi nei medesimi luoghi, sacri ad entrambi, per professare in maniera diversa le loro fedi.

Come a Mukthinath, la città meta di pellegrini, sede del santuario più sacro, dove templi Hindu e Stupa Buddhista si accostano, sotto il benedicente ondeggiare delle onnipresenti bandierine di preghiere.

Qui l’aria è purificata non solo dall’altitudine ma anche da un senso di pace e sacralità che pervade tutto, e che ci abbandona piacevolmente seduti al sole a guardare, ascoltare, sentire con gli occhi e le orecchie del cuore, forse anche soltanto inspirare senza pensieri questi istanti che porteremo a lungo dentro di noi.

E scendendo dal santuario si arriva nel villaggio, raccolto intorno ad una grande piazza dove  piccole bancarelle espongono collanine, braccialetti, sciarpe. Ragazzine trattano i prezzi e ridono con noi, apertamente, largamente, per offerte sdegnosamente respinte e cifre spavaldamente proposte. Tutto sembra autentico qui, persino la consapevolezza del falso, come l’argilla spacciata per osso di yak o i libri di preghiere prodotti in serie e venduti come antico cimelio.

Nepal, Muktinath  Nepal, Muktinath

Come già le rimpiango, quelle cene a base di zuppa acquosa e riso e patate bollite, e la doccia in comune sul ballatoio esterno, nell’aria frizzante di un  tramonto a 3.800 metri d’altezza, e la stanza fredda e senza luce… ma poi ti svegliavi la mattina, scendevi a lavarti la faccia in cortile con l’acqua ghiacciata, levavi gli occhi verso le vette illuminate dal sole, e ringraziavi. Ringraziavi per quelle montagne, per quel sole, per quel thè caldo e quell’aria limpida, per Essere, e per quell’Esserci.

Poi siamo scesi, una lunga giornata di cammino, fino a tornare a Jomson, attraversando il letto dei Kali Gandhaki in secca e spazzato da raffiche di vento fortissime. Un ultimo sguardo a quelle montagne, il Macchapuchare che ci ha regalato di svelarsi a noi interamente su un cielo finalmente terso, e che ci saluta mentre a bordo di un piccolo aereo planiamo verso la valle di Pokhara.

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One Response to “fra le montagne e il cielo”

  1. unpodime says:

    bello.. belli i colori ed i suoni.. candido il silenzio e la purezza.. – l’ho letto riviaggiondo un pò il tuo percorso.. – stupendo viaggiare.. scoprire.. arricchirsi.. – sorrido.. – namaste yas :o)

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