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Abbattiamo i musei!

Joan Mirò

Domenica, di ritorno dalla Provenza (un ritorno che potrei intitolare Sulle orme di Chagall), ho scoperto una vera chicca: la Fondazione Maeght. Nascosta fra gli olivi che vestono le colline intorno a Saint Paul de Vence, la Fondazione ospita in questi mesi l’esposizione Mirò en son jardin. Quadri, ceramiche e sculture dove dominano le forme tonde e i colori sgargianti, in un succedersi di immagini e suggestioni che catturano l’occhio e precipitano dirette al cuore, senza passare dalla mente. Solo a fine mostra cerco di mettere insieme qualche pezzo: il rosso e il blu, il sole e la luna, il maschile e il femminile, e cerco di ricostruire nel tratto i ricordi dei graffiti di Altamura e nei colori la luce della Catalogna…

Le sculture di Mirò vivono all’interno del giardino, all’ombra dei pini, mentre sulla terrazza affacciata sul mare si stagliano le lunghe figure di bronzo di Alberto Giacometti.

Ma che c’entra Chagall in tutto questo? Il fatto è che sono arrivata alla Fondazione Maeght seguendo il manifesto della Retrospettiva su Chagall, evidentemente in programma nel Luglio di chissà quale anno, dal momento che l’unico Chagall esposto permanentemente alla Fondazione è La vie (peraltro, devo dire… Je l’ai aimé beaucoup). Quando si dice, perdere una strada e trovarne un’altra (ah non si dice? Beh, lo dico io…).

Pur paga di questa piacevole scoperta, ho voluto proseguire il mio cammino con il Musée Chagall di Nizza: un museo imprescindibile per chi come me ha un’anima surrealista. Sono qui esposte le tele raffiguranti gli episodi della Bibbia, in due sale enormi e luminose che valorizzano appieno le dimensioni e i colori dei quadri. Una sala più piccola racchiude le illustrazioni del Cantico dei Cantici, tutte virate sulle tonalità del rosa e del rosso, un’isola di passione nel mare dell’Antico Testamento. In un’ultima sala sono invece custoditi alcuni disegni e dipinti precedenti, legati alla Russia e a Vitebsk. Fra quadri in cui si aggirano personaggi del circo e l’uomo dalla testa capovolta, mi colpisce una frase di Chagall (cito a memoria, quindi non in maniera esatta): “Lenin ha messo la Russia sotto-sopra, e io capovolgo i miei quadri”. L’atmosfera è più cupa qui, c’è disordine e malinconia e forse anche dolore.

Usciamo (qui i musei chiudono alle 18… e dire che al mare le giornate sono più lunghe!), c’è tanta luce, c’è tanta pienezza nel mio cuore. E allora, penso. Due visite, due posti incantevoli dove lo spirito si rigenera. Ammontare delle due visite: 20 euro.

Ecco: questo, non lo trovo giusto. Io quest’arte la vorrei aperta a tutti, disponibile, accessibile: l’Arte come patrimonio dell’umanità, l’arte di tutti. E chi dovrebbe pagare la conservazione dei capolavori? Non lo so, ma so che se esponessimo al pubblico quadri e sculture ci sarebbe più Armonia. Certo, non basta un quadro o due, dovrebbero esserne invase le strade, dai colori dell’Arte… non più opere ingabbiate per la degustazione in piccoli morsi, ma opere vive e rigogliose da respirare a pieni polmoni…

Abbattiamo i musei – diceva Marinetti. Nell’anno del Futurismo, quale potrebbe essere una celebrazione più compiuta e più feconda? Abbattere i musei, spalancare le porte delle gallerie, lasciare che l’Arte esca in strada, entri nei nostri occhi e nelle nostre vite, viva con noi e si faccia vita.

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6 Responses to “Abbattiamo i musei!”

  1. Non concordo molto con Marinetti; certe mostre e certi musei meritano di essere visti e vissuti.

  2. alessandra says:

    ma il senso era proprio: vedere e vivere le opere d’arte 😉 (a 10 euro a mostra chi le vive? una minoranza….)
    un bacio

  3. Stefano says:

    Il discorso sul diritto alla fruizione dell’arte da parte di chiunque lo condivido, ma nel caso dei musei non mi scandalizzerei (se gli introiti sono finalizzati alla conservazione del patrimonio artistico, ad esempio, nulla da eccepire). Invece trovo inconcepibile la proprietà privata delle grandi opere artistiche. Un quadro d’autore non dovrebbe essere mai possesso di qualcuno, magari blindato in fondo a qualche asserragliatissimo bunker!

    Stefano

  4. alessandra says:

    Un’opera d’arte chiusa in un bunker è nonsense. L’arte a disposizione di tutti è utopia, lo so: ma oggi voglio solo sognare…

  5. PER ALESSANDRA: a 10 euro ci va una minoranza perché non gliene importa nulla.

    I soldi ci sarebbero per molti volendo e ti faccio degli esempi

    Cinema: 7,30 euro (metti che prendano coca cola e pop corn e si raddoppia – alludo a quelle multisale galattiche- la spesa) eppure le multisale specie di sabato sera d’inverno sono strapiene

    Discoteca: entrata e consumazione di solito almeno 15 euro.

    Sono solo due esempi ma ne potrei fare ancora.

    Casomai potremmo dire che certi musei non sanno valorizzare le opere che espongono e gli allestitori non sono all’altezza di quello che mostrano. Quello posso condividerlo e darti ragione.

  6. Mirko says:

    Solo a ricordare che il British Musem, la Tate Gallery e la National Gallery a Londra sono gratuite. Probabilmente riescono a mantenersi, oltre con l’aiuto pubblico, con il merchandising o con le esposizioni a pagamento.

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