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Internet è reale

internetIl mio primo pc risale agli Anni ‘90. Un catafalco con il monitor enorme e il display piccolissimo. Si accendeva su una schermata blu, con un underscore biancastro che lampeggiava per un po’ prima di dare l’avvio ad una delle prime versioni di Windows. Sulla tastiera di quel bestione battevo gli appunti da tenere a mente per passare l’esame di Maturità.

Qualche anno dopo, credo nel 1996, per Natale ricevetti un nuovo pc (vi girava sopra il “mitico” Windows 95!). Il mio vecchio 386 aveva da un pezzo preso la strada di Pisa, e occupava un gran spazio nella mia cameretta di universitaria. Ancora lo utilizzavo per trascrivere gli appunti delle lezioni e per crearmi dei personali bigini dei testi da portare agli esami. E’ stato lui a veder nascere il mio primo (ad ora e penso per sempre unico) libro. La tesi no, quella l’ho scritta in parte sul nuovo pc, e in parte sul mio primo portatile (anno di nascita 1997, morte presunta 1999) , un macigno lentissimo con un lingotto di ferro al posto della batteria, e una autonomia di 30 minuti lontano dall’alimentazione… I primi touch-pad, sorrido ripensando al cursore che spesso prendeva decisioni autonome e mi portava a scrivere a metà di righe già scritte.

Comunque, con il “nuovo pc” e con Windows 95 era arrivato anche Explorer 2.0 e la mia prima connessione ad Internet. L’impressione fu di smarrimento: a che serve Internet? A trovare informazioni. Ma cosa posso cercare su Internet? chiedevo agli amici studenti di informatica. Insomma, Internet è entrato in casa mia prima che sapessi che farmene. Così all’inizio la cosa che ho concretamente sperimentato e conosciuto maggiormente è stata la chat, che al tempo era IRC. Io utilizzavo Pirch per connettermi a IRC.

Negli anni ho sentito spesso parlare di chat, e sempre in termini un po’ ambigui, con il termine smozzicato che si incastrava nei denti, quasi alla stregua di come mio padre nominava le discoteche (qui ci sarebbe un altro inciso di amarcord da aprire, ma magari sarà un’altra volta). Invece, in quel 1996 in chat parlucchiavo del più e del meno e scappavo via se mi sembrava che il discorso prendesse una piega troppo personale.

Su Internet ho iniziato a cercare informazioni per la mia tesi, ma all’epoca non si trovava molto considerato l’argomento assai poco tecnologico che avevo scelto, e soprattutto i motori di ricerca non erano avanzati come oggi (fra l’altro, non esisteva Google: in quel periodo il motore più diffuso era Altavista, oggi pressoché scomparso…). E’ stato solo nel periodo del master, quando dalla storia e letteratura sono passata a occuparmi di comunicazione e marketing, che ho iniziato a usare Internet come fonte di informazioni utili allo studio e ben presto al lavoro.

Finché Internet è diventato proprio “il mio lavoro”, quando ho cominciato a progettare siti e a seguirne la realizzazione con l’approccio dell’autodidatta. Era il 2000, venivo da una agenzia di pubblicità e ai miei colleghi tecnici che da anni smanettavano nell’ambiente facevo sempre la domanda sbagliata. Così, per alleviare il senso di frustrazione e inadeguatezza, leggevo i primi libri sull’usabilità, cercavo di applicare la semiotica al web e provavo a costruire pagine html (fra le altre cose, ho comprato anche il manuale Basi di dati di Atzeni/Ceri, che ovviamente è ancora lì a prender aria sugli scaffali). C’è un reparto intero della mia libreria dedicato a come costruire siti che funzionano, a spiegare i “nuovi” modelli di e-business, a illustrare le tecniche del web project management. C’è pure uno dei primi libri editi sui blog, Mondo Blog (a proposito… che fine avranno fatto i primissimi bloggers?). Allora seguivo un po’ lateralmente le vicende dei blog, come satelliti della galassia internet. Ho già detto in uno dei primissimi post che non ho mai sentito veramente la voglia di tenere un blog se non quando aprire un blog è diventato come comprare una vecchia Fiat 500 (sì proprio “La 500” e non la nuova Cinquecento…).

Invece, c’è stato un periodo in cui passavo le sere casalinghe a girare sui forum. Ed è stato su un forum che ho conosciuto alcune delle mie attuali amiche. Amiche uscite dal grigio dello schermo, che mi hanno sostenuto in momenti difficili, mi hanno consigliato, mi hanno ascoltato senza giudicarmi. Una, la più speciale delle amicizie nate sul web, è lei, il mio “doppio” secondo la sua espressione, con cui mi intendo anche senza parlare, a volte anche solo con un emoticon o un puntino di troppo.

Sarà perchè Internet è stato per anni il mio lavoro e sarà perchè nickname con cui ho scambiato tante parole scritte sono diventate persone reali che fanno parte della mia vita, che per me Internet è una delle tante porte d’accesso alla realtà. Non ho mai condiviso la contrapposizione fra rete virtuale e mondo reale: la “rete” è un ammasso di fili incorporei che portano tutti a particelle concrete, esistenti e pulsanti, e in qualche modo le legano fra loro. Spesso un riduttore di distanze o un acceleratore, ma pur sempre un mezzo, che porta alle persone e alla realtà.

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8 Responses to “Internet è reale”

  1. Sara says:

    bello questo tuo excursus su internet, i tuoi inizi mi hanno ricordato moltissimo anche i miei inizi e la curiosità che ogni volta mi ha fatto ficcare il naso su quanto c’era di nuovo, come sai, mi ha portato la gran fortuna di conoscere te e il tuo doppio 🙂 Uno dei doni più belli di internet, devo dire.

  2. La Marti says:

    I miei inizi informatici risalgono ad una decina di anni ancor prima di te, con uno scatolotto di nome ZX Spectrum con una memoria di ben 16Kb. A quei tempi avere un giocattolino del genere era una rarità. Anche se poi, col tempo il PC è entrato in tutte le case, io penso di essere stata una dei pochi che lo utilizzano solo per passione e non solo per giocare o scaricare.
    Fra le varie passioni, oltre a Photoshop ed a Visual Basic, da un paio di anni è subentrato il mio blog che è la mia nuova vita virtuale e con questo tutta una serie di personcine a cui devo molto e che spero, un giorno o l’altro, di poterglielo dire di persona.
    Fra queste, ci siete sia tu che quella zuccona del tuo doppio.:-)

  3. alessandra says:

    Saretta… eh sì, fra i doni più belli di internet anche per me ci sono le “comari”… anzi… è da un po’ che con le altre due squinternate parliamo di rifare il week end da te per la festa del vino … cioè tu forse ancora non lo sai ma ci stiamo auto-invitando da te 🙂

  4. alessandra says:

    Marti: io e la zuccona ti aspettiamo, lo sai 🙂

  5. Concordo con te. La rete però diventa insidiosa se diventa un modo per non voler più avere rapporti diretti. Nel caso invece in cui possa essere uno strumento in più per conoscere se si vuole persone anche non vicine a noi ma interessanti allora va bene. Troppo spesso però molti ragazzi, per es., si rifugiano dietro lo schermo del computer per non dover anche affrontare una relazione che non sia solo fatta di tasti digitati con compulsiva rapidità.

    La rete poi é reale quando porta fatti, denunce ed emozioni che sono vere e che magari non respiri in altri luoghi mediatici fatti di finzione e controllo dei contenuti.

    Ciao un bacio! 🙂
    Daniele

  6. alessandra says:

    @ Daniele: può anche diventare insidiosa, sta alle persone scegliere come avvalersi di uno strumento. Certo uno strumento che ha grandi potenzialità positive (e la circolazione di informazioni è sicuramente una delle più importanti) ha la sua controparte in altrettanto grandi potenzialità negative. Il come viene utilizzato un qualsiasi strumento per me parte innanzi tutto dal contesto educativo, e prescinde dal mezzo stesso. Così il fatto che molti ragazzi possano utilizzare internet come “fuga” dal reale e dalla costruzione di rapporti umani vis-a-vis per me è un problema che affonda in insicurezze derivanti dalla mancanza di un tessuto familiare o sociale solido…

  7. Daniele says:

    Sempre pensato che il mezzo è valido solo se porta a conoscere le persone, e non in maniera virtuale.
    Non sempre m’è andata bene, ma, se ci penso, molte di quelle che ormai sono Amici veri li ho conosciuti così.
    Fortunato.
    Grazie della visita.

  8. Bibi says:

    umbè.
    non posso mica darti torto nè ^^
    anche perchè i doppioni si stanno riverificando spesso, ultimamente, complici le nostre due dolcissime metà.
    ti adoro.
    e … meno male che c’è la rete.
    bacio 🙂
    Bibi

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