Ieri sera ho terminato di leggere Il giocatore invisibile. Chiudo gli occhi sullo sguardo del Professore che commisera sé stesso nell’altro, in testa il pensiero che a lasciare non è chi effettivamente lascia, ma chi viene lasciato.
Ci proiettiamo, costantemente. Proiettiamo le nostre aspettative, i nostri desideri, e in definitiva noi stessi. Vediamo coincidenze, scopriamo analogie: proiezioni, che ci fanno vedere quello che vogliamo vedere. Così finiamo per trovare quello che stavamo cercando, non necessariamente reale in sè, ma reale soggettivamente.
Ma una realtà oggettiva, esiste? O esistono solo gli ossimori?
una realtà è sempre oggettiva, diversa per ogni soggetto da cui la guardi.
ognuno ha la propria verità, in pratica, ma mai tutta intera.
(ed io devo bere di meno, ero?)