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Amico fragile

Uno spettacolo che omaggia De André e che accosta poesia e canzoni non poteva non richiamare la mia attenzione: così ieri al teatro Out Off fra le fila dei non numerosi uditori c’ero anch’io, con il mio bagaglio di canzoni impresse a memoria a furia di ascolti e nelle orecchie il suono della voce del Faber.

Premesso questo, lo spettacolo (che porta il nome di Amico Fragile e sulle cui note si apre, evaporando – almeno metaforicamente – in una nuvola rossa) è ben costruito, la scelta e il taglio dei brani, la loro sequenza e l’alternanza con la recitazione sono d’effetto e ben progettati. Interessante oltre al contrappunto fra canto e parlato è il passaggio dell’attrice che di volta in volta incarna alcune delle figure più forti dell’universo poetico di De André (e la mia mente ritorna alla sala dei Tarocchi allestita al Palazzo Reale di Genova, lo scorso anno). Grazie all’orchestrazione dell’insieme alcuni versi si illuminano come mai prima e le immagini stesse diventano ancora più vivide.

Sull’esecuzione non posso dirmi altrettanto appagata, per quelle che mi paiono imperfezioni tecniche superabili (la regolazione dei livelli audio, la voce che pare di tanto in tanto “inciampare” nel microfono…) e per una recitazione che trovo affettata. Eppure, la potenza delle parole è tale che brividi d’emozione non sono infrequenti: forse contribuisce – a compensazione delle mancanze formali – la pura passione che anima gli ideatori di questo tributo alla poesia di De André.

In fondo, nel migliore dei casi tutti noi non siamo altro che amici fragili a noi stessi, riscattati da una passione che ci solleva al di là dei nostri limiti.

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