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Area C: perché sono favorevole

Non scrivo mai di attualità, ma ciò non significa che non me ne interessi. Così oggi ho deciso di parlare dell’Area C di cui tanti, tantissimi si lamentano. In vigore a partire da lunedì 16 gennaio (e in fase sperimentale per 2 mesi), l’Area C interessa il centro storico di Milano, imponendo il pagamento di un pedaggio pari a € 5,00 a chi vi accede in macchina dalle ore 7.30 alle ore 19.30 dei giorni feriali (sabato, domenica e festivi esclusi). Il pedaggio è previsto anche per i residenti, che beneficiano di 40 accessi l’anno gratuiti e di successivi accessi a pedaggio agevolato (pari a € 2,00).

Si è detto che è una “tassa sul rientro a casa”, si è detto che danneggia i commercianti, si è detto che il livello di inquinamento ambientale nelle due settimane intercorse dall’entrata in vigore dell’Area C è rimasto uguale anzi ha raggiunto concentrazioni anche maggiori… Tutte lamentele che mi lasciano piuttosto basita, non soltanto per il fatto che Area C è conseguenza di un risultato referendario che a larga maggioranza ha visto prevalere il Sì alla domanda riguardante la possibilità di estensione dell’Ecopass e il potenziamento del mezzi pubblici (ahimè da tempo dubito del livello di consapevolezza della maggioranza dei partecipanti ai vari referendum), ma soprattutto perché l’Area C (o applicazione di una congestion charge sul centro cittadino) non è una stramberia campata in aria, ma è una misura di politica ambientale pensata per riportare Milano nei binari di una maggiore vivibilità. Invito ad andare sul sito del Comune di Milano per rileggere le finalità di Area C e il quesito referendario al quale abbiamo dato la nostra approvazione.

Invece di sacrificare un briciolo di comodità agli indubbi vantaggi, qui da noi ci si lamenta, ci si lamenta, ci si lamenta. Si dice che il mugugnu sia una caratteristica ligure (o meglio genovese), ma a me pare che sia più estesamente una caratteristica italiana (mugugnu è per me di impossibile traduzione, perchè “lamento continuato, su ogni cosa” non rende altrettanto bene l’idea). Probabilmente invece di guardare a modelli virtuosi (si è tanto parlato di Londra, che voglio sottolineare applica una congestion charge di 10 sterline, più del doppio del pedaggio a noi imposto…) preferiamo guardare alle città del terzo mondo, e aspiriamo al casino (sì, proprio casino… perchè parlare di traffico sarebbe riduttivo) di Kathmandu.

Probabilmente ci saranno aggiustamenti da fare (per esempio permessi speciali per chi deve recarsi in centro per terapie ed è impossibilitato per ragioni di condizione fisica ad andarci con i mezzi pubblici), ma nel complesso credo che questa misura sia l’unica in grado di scoraggiare davvero l’utilizzo dell’auto privata (non come accadeva con Ecopass, che per una eccezione o per l’altra aveva cambiato davvero poco la viabilità cittadina). La maggior parte delle lamentele mi sembra poi pretestuosa,  in particolare quelle dei commercianti del centro che sostengono di aver registrato incassi minori nelle due settimane di Area C. Ora domando: chi va a far compere in centro con l’auto? Una minoranza che non ha problemi a spendere 10 euro per il parcheggio e non ne avrà ad aggiungerne altri 5 per l’accesso all’Area, o a scegliere il taxi. Tutti gli altri continueranno ad andare con i mezzi pubblici. Per non parlare del fatto che l’accesso a pagamento è previsto solo dal lunedì al venerdì, non il sabato (tradizionale giorno di compere). Se la minoranza che andava in centro in auto continuerà probabilmente ad andarci, diminuisce però drasticamente il numero di chi in centro passava soltanto, senza fermarsi (le statistiche dicono che in queste due settimane gli accessi sono diminuiti del 40%). Il tutto a favore di un minor intasamento stradale (a quanto pare i residenti paiono non apprezzarlo) e un miglioramento della qualità dell’aria all’interno della cerchia delle mura. Certo, diminuire il livello di inquinamento di Milano riducendo il traffico nel solo centro storico non è pensabile e sebbene neppure un ampliamento dell’Area C sarebbe risolutivo in merito, sarei favorevole ad una sua estensione a fronte della possibilità di respirare un’aria un po’ migliore. Abito infatti sui confini dell’Area C, non ho quindi problemi ad evitare l’accesso in centro nelle ore soggette a pedaggio, ma accoglierei volentieri un allargamento dell’area a tutta la circonvallazione esterna. Utopia? Forse, ma avverto con sempre maggior fastidio i veleni emessi dai tubi di scarico e non posso fare a meno di sognare una città un po’ meno trafficata e un po’ più pedonale.

Facile parlare quando non si toccano i propri interessi, direte. In realtà non è così. Io sono stata nel passato una utilizzatrice di automobile. L’ho utilizzata per anni ogni mattina per recarmi al lavoro (e ogni sera per tornare a casa, ovviamente). Eppure da circa un anno a questa parte la sto usando sempre meno, a favore della metropolitana. Ho sempre odiato la metropolitana perché mi infastidisco nell’essere schiacciata in mezzo ad estranei, perché mi urta la sporcizia delle carrozze, perché mi irrita la puzza non infrequente. Ok, penserete che sono snob, pazienza. Comunque, per questa mia avversione alla metropolitana ho sempre preferito l’auto, pensando che potevo permettermela e quindi la usavo. Ad un certo punto però ho iniziato a considerare che questo ragionamento non portasse da nessuna parte: posso permettermi l’auto perché posso sostenerne le spese? Bene, ma posso permettermi anche di respirare lo smog che io stessa contribuisco a produrre? E fino a quando, o fino a che punto? Così ho iniziato a utilizzare sempre più spesso la metropolitana, scegliendo la macchina soltanto in quelle occasioni in cui davvero ne ho bisogno (occasioni che si sono diradate sempre di più perché il concetto di “bisogno” cambia in relazione alle abitudini).

Oggi, se mi dicessero che l’Area C riguarda anche casa mia, cerco di immaginare quanto mi cambierebbe la vita. Probabilmente per nulla dal punto di vista dell’utilizzo dell’auto, ma tanto dal punto di vista della qualità dei miei spostamenti fra casa e la fermata della metro (che oggi avvengono fra nuvole di veleno). Comunque, al momento non vedo all’orizzonte l’allargamento dell’Area C, ma piuttosto devo sperare che gli interessi particolari non siano così forti da imporre modifiche all’attuale misura facendo passare ancora una volta in secondo piano l’interesse pubblico.

 

 

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10 Responses to “Area C: perché sono favorevole”

  1. Titti says:

    TI AMO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  2. alessandra says:

    ahahahahah Guarda che di difetti ne ho tanti 😀

  3. Titti says:

    ahhahh, perché non conosci i miei!!!! Ma l’amore è cieco….ah ah ah
    😉

  4. Barbara says:

    sono completamente d’accordo con te.
    unica eccezione che sollevo è la seguente: i residenti all’interno dell’area C che rimangono al suo interno al momento sono liberi di circolare per tutto il giorno inquinando quanto gli pare. l’unico aggiustamento che proporrei, oltre a quelli che hai già considerato tu, è questo.
    🙂

  5. alessandra says:

    Vero, qualche aggiustamento da fare c’è senz’altro! 🙂

  6. kovalski says:

    secondo me il concetto è giusto, ma la realizzazione semplicistica. una congestion charge seria dovrebbe essere fatta sulla vera fonte del traffico. che numeri alla mano non sono i residenti del centro di milano, ma i non residenti a milano che ogni singolo giorno entrano in città con l’auto.
    allora se lo scopo è abbattere traffico e inquinamento, le telecamere vanno poste agli accessi in città, costruiti abbastanza parcheggi scambiatori nella cintura esterna, con lo scopo di fermare fuori dalla città le auto che provengono dall’hinterland.
    se invece si vuole semplicemente fare un po’ di cassa, e tenere la mole vera del traffico ma spostandolo solo sull’esterno dei bastioni, allora si fa questa area c.

    (tralascio la questione che fatta così, è nei fatti una tassa sul rientro a casa per chi abita in centro ed è costretto a usare l’auto per lavoro. basta pensare a chi vive in centro ma lavora nell’hinterland. e far pagare le persone per tornare a casa mi sembra ai limiti del taglieggiamento)

  7. alessandra says:

    E’ sicuramente presto per trarre bilanci e analizzare dati, visto che l’area C è attiva solo da 2 settimane… però il primo risultato non sembra essere stato quello di aumentare il traffico fuori dalla cerchia dei Bastioni; in più circa il 50% dei residenti non ha utilizzato l’auto nemmeno una volta nella prima settimana (per lo meno negli orari in cui si applica la congestion charge…. perchè sinceramente, chi abita in centro e lavora nell’hinterland quando mai esce rientra prima delle 19.30? mah!), e pare che i residenti che l’hanno utilizzata tutti i giorni nella prima settimana siano appena 623 (dico pare perchè le notizie che leggo sui giornali non mi danno mai un’affidabilità del 100%…). In più i residenti, oltre i 40 accessi gratuiti, hanno un pedaggio ridotto a € 2,00 … perchè non dovrebbero contribuire anche loro ad una operazione che serve anche a potenziare il servizio pubblico, di cui usufruiranno al pari degli altri?

    p.s. comunque sono favorevolissima a una tassa di accesso alle porte della città 🙂

  8. kovalski says:

    non condivido il punto.
    c’è una differenza alla base, e molto netta.
    un residente se vuole tornare a casa propria DEVE pagare, per quanto a tariffa ridotta. e la risposta non può essere che deve stare fuori casa più di 12 ore, dai.
    un esterno PUO’ SCEGLIERE di prendere un mezzo, anziché l’auto, per andare in centro. non abita lì, lui.

    allora, se vuoi essere equa, devi dire che ogni persona che prende l’auto a milano per andare ovunque dalla 7.30 alle 19.30 deve pagare due euro. se no, stai taglieggiando chi torna a casa, rispetto a chi invece liberamente sceglie di usarla.

  9. alessandra says:

    mi sa che continueremo ad avere opinioni diverse su questo punto 🙂
    però vorrei specificare una cosa nella mia risposta, altrimenti sembra che davvero volessi obbligare i residenti a stare 12 ore fuori di casa 😀
    Intendevo dire: così come un non residente è incentivato a usare i mezzi e non la propria auto per andare al lavoro in centro, così chi abita in centro e lavora in periferia o nell’hinterland (a mio parere) è giusto che venga incentivato a usare i mezzi e non la propria auto. Se si lavora in periferia, Milano è servita dai mezzi pubblici (che oggi arrivano anche ad Assago, a San Donato, a Sesto…. ); se si lavora nell’hinterland dove effettivamente ci possono essere più difficoltà a muoversi fino al luogo di lavoro arrivando nelle prossimità col treno (che ne so, facciamo un esempio… se lavorassi a Carnate per dirne una). Quello che intendevo dire è che in questo caso ci metterei circa 1 ora in macchina (senza traffico) per arrivare in centro a Milano; anche nelle ottimistica ipotesi di uscire dal lavoro alle 18 spaccate, considerando il traffico di quell’ora, non credo che in media arriverei molto prima delle 19.30. Non sto dicendo che i residenti non debbano rientrare a casa prima delle 19.30, sto dicendo che secondo me (magari è una mia impressione sbagliata) tanti cavalcano questa storia per partito preso, senza nei fatti rientrare abitualmente a casa prima di quell’ora (tanti, non tutti, ovviamente… le eccezioni ci sono sempre).
    Quindi se vogliamo dire che si sta taglieggiando chi abita in centro, è vero, ma lo si sta taglieggiando (secondo me giustamente) perché abita all’interno di un’area a traffico limitato all’interno della quale anche il residente deve fare il possibile per non usare l’auto e privilegiare i mezzi pubblici (purtroppo non credo che da noi ci sia un’educazione o un senso civico sufficienti a produrre best efforts gratuiti).

  10. Luca says:

    Sono completamente d’accordo col tuo post. Serve un processo di rieducazione per disabituarci all’uso dell’automobile. Lo condivido sulla mia pagina FB. Ciao, Luca.

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