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Il Cairo… resoconto veloce

Resoconto veloce dei miei tre giorni al Cairo: veloce perchè sono di nuovo di partenza, e sarà montagna questa volta… sperando di riuscire a  sciare qualche giorno nonostante il freddo!

La città: pittoresca. Non propriamente una “bella città” nel senso più classico del termine, ma assolutamente pittoresca e piena di vita. Il traffico è incredibile, per non parlare della guida degli egiziani:  non esistono precedenze, segnali stradali, strisce pedonali, semafori… Ognuno passa cercando di passare prima degli altri, i pedoni si lanciano in strada fra le macchine che li devono schivare… Prendere un taxi e girare per le vie del Cairo è un’esperienza: la macchina stessa (anni ’50 – ’60 o giù di lì) e ovviamente la guida spericolata sono piaceri che difficilmente assaporeresti altrove. Il taxista rideva vedendo le nostre espressioni sbalordite mentre intrepido tagliava la strada ad altri veicoli o mentre schivava i pedoni girandoci intorno….

Esperienza unica: visitare un vecchio negozio di costumi di danza orientale, nella vecchia Sharia Mohammed Ali (ora Sharia Al-Qaala), ovvero la strada dove fino al secolo scorso abitavano le danzatrici del ventre.  Al giorno d’oggi, la strada si è mostrata ai nostri occhi come una normale strada del centro islamico…. vero è che non ci siamo addentrate a percorrerla a piedi, nonostante tutte le persone incontrate si siano dimostrate gentilissime e disponibilissime ad aiutarci a trovare il posto che stavamo cercando. Il taxista stesso ha chiesto indicazioni stradali e, abbandonata la macchina laddove non era più possibile proseguire con il veicolo, ci ha scortato a piedi e inoltrandosi nella via che si faceva mano a mano più stretta chiedeva ulteriori indicazioni. Gli interpellati, asserendo di conoscere il posto, ci accompagnavano per un pezzo, fino a dove pensavano si trovasse il “negozio”, per scoprire ogni volta che in realtà non era quello che stavamo cercando. Alla fine abbiamo avvistato una vecchissima insegna scolorita su uno stretto androne, e due piani di scale ci hanno condotto ad una originale bottega del Cairo, dove il tempo sembra trascorrere lasciando inalterate le usanze, soltanto stendendo al suo passaggio nuovi strati di polvere: quattro stanzette comprendono l’ingresso/sala d’attesa, la sala di esposizione, un magazzino per le merci e i costumi pronti (all’occorrenza anche spogliatoio), e la stanza dove lavorano la capo-sarta e le lavoranti, sotto l’occhio attento dell’anziano “designer”. L’accoglienza è stata quella che si riserva ad un ospite venuto da lontano: gli si mostra la struttura e come si lavora, gli si offre un thè dissetante, si sfoglia l’album dei vecchi modelli realizzati nell’atelier… E solo allora, in un’atmosfera amichevole e distesa, si inizia la prova dei costumi…

Khan el Khalili: arrivare al bazaar dopo essere passate – uniche turiste – attraverso il centro del Cairo islamico è come essere proiettati in un quartiere super-turistico: tutte le stradine che avrebbero potuto sembrarci tipiche a confronto ci sono sembrate “occidentalizzate”. Comunque divertente attraversare le viuzze strette piene di merci e di colori, con i bambini che portano in testa le ceste di pane e i negozianti che invitano ad entrare e visitare i loro negozi…

Le Piramidi: questa è stata la vera delusione. Talmente tanti turisti che sembra di essere a Las Vegas davanti all’ennesima ricostruzione dell’antico Egitto. La Sfinge è persino “piccola” rispetto a come la si immagina vedendola in foto sui libri! Molto più interessante il sito di Saqqara, innanzi tutto perchè è possibile entrare all’interno di una mastaba dalle pareti completamente decorate (gran parte dei disegni delle 28 stanze della mastaba si sono infati conservati), poi perchè un po’ meno gremito di turisti… ed non da ultimo perchè Saqqara è alle porte del Sahara, laddove inizia la distesa del deserto. Mentre visitavamo l’area si è alzato il gibli e ci ha accarezzato il volto con la sabbia del deserto (accarezzato il volto in realtà è un eufemismo: avevamo sabbia persino negli occhi e fra i denti….).

Le parole comunque non rendono i colori dell’Egitto: appena riesco posto qualche foto che darà sapore al mio veloce resoconto.

Aggiungo una postilla: quando parlo di Cairo islamico utilizzo questa espressione in senso geografico, per indicare una delle parti in cui la città è divisa sulle guide turistiche, differenziandola quindi dalla zona del Cairo copto, di Roda island, ecc.
Vero è che noi – due ragazze dall’aspetto occidentale – ci siamo sentite inizialmente in imbarazzo nel mezzo del quartiere, dove per lo più si incontravano solo uomini e nessun turista. Un senso di estraniamento temo sia naturale quando ci si trova in un contesto molto diverso dal proprio, noi a nostra volta venivamo guardate con un certo stupore perchè evidentemente costituivamo un episodio abbastanza anomalo: due ragazze straniere che visitano una zona che per la maggior parte dei turisti non è di nessun interesse.

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One Response to “Il Cairo… resoconto veloce”

  1. pierthebear says:

    ciao yasmina,ben tornata dal viaggio in Egitto,lo hai descritto perfettamante,e per il traffico e la sfinge mi associo alla tua considerazione (ci sono stato 3 volte ma sempre per lavoro…che barba!!!ma qualcosa sono sempre riuscito a vedere)….due ragazze da sole..mmm..dai divertiti per le seconde vacanza in montagna…ufff ma quanto giri!!hahahah ciao yasmina Pier

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