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La sospensione dell’ordinario

Piazzale Loreto, ore 18.30 I primi fiocchi di neve mi provocano ancora la medesima eccitazione che provavo da bambina: mi elettrizzo. Vengo da una città di mare, dove la neve è avvenimento eccezionale: l’anno in cui i fiocchi bianchi si posarono sulle panchine e sulle palme del lungomare, Oneglia malinconica la rivedo attraverso foto di allora impresse nella mia memoria più che non attraverso il ricordo di quel giorno. Un avvenimento eccezionale: le scuole rimasero chiuse, io e le mie amiche giocavamo nel cortile davanti a casa.

E’ questo carattere di straordinarietà che mi attraversa come un brivido. Oggi ho impiegato 3 ore e mezza ad attraversare Milano in auto, rientrando dal lavoro. Tre ore e mezza a passo d’uomo o ferma sotto il turbinio dei cristalli di neve: tre ore e mezza con gli occhi sgranati sull’evento magico, sulla città ricoperta da una spessa glassa bianca, che si andava ispessendo via via maggiormente. Piazza Udine, Piazzale Loreto, Porta Venezia: ad ogni piazza un nuovo ingorgo sembrava di impossibile soluzione, eppure non un solo momento ho pensato agli impicci che la neve stava portando.

Ancora una volta correva sulla mia pelle la scossa della sospensione dell’ordinario, mi sentivo come quando a scuola le lezioni erano sospese per causa di forza maggiore. Dovevo tenere io una lezione stasera, annullata per maltempo. E mi è dispiaciuto non fare lezione, ma l’ordine della neve è più bianco e non ammette repliche.

Il brivido della straordinarietà. Come quando durante un temporale un lampo troppo forte un tempo squarciava il cielo e improvviso si sentiva uno stack e poi il buio: ora non capitano più quegli improvvisi salti di luce, ora ci sono solo – rarissimi – i black out. Ma no, non sono come i salti di luce di quando ero bambina: allora si accendevano le candele e ricordo si cenava come in un antico castello.

Ora la osservo ancora, mentre si posa pesante sui 40 centimetri che già ricoprono il mio balcone, questa neve un po’ imbolsita dall’acqua. Anche domani sarà una giornata eccezionale, una giornata di ordinario sospeso o forse soltanto una giornata in cui un fatto naturale si fa straordinario per i miei occhi viziati. Straordinarietà dell’ordinario. Forse è soltanto questo, e la riscoperta è questo brivido.

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