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L’eleganza del riccio

di Muriel Barbery

L'eleganza del riccio Al numero 7 di Rue de Grenelle, signorile stabile parigino, abitano due persone diverse per età anagrafica e provenienza sociale, ma che condividono lo stesso sguardo acuto e sarcastico sul mondo che le circonda: la portinaia Renée (Madame Michel) e la dodicenne Paloma, figlia di un ministro della Repubblica Francese. La voce narrante passa dall’una all’altra mentre talvolta i medesimi episodi vengono descritti da punti di vista differenti ma con considerazioni e conclusioni analoghe. Il nuovo inquilino giapponese, il signor Kakuro Ozu, porta fermento e curiosità nel palazzo, ma è proprio con Madame Michel e con Paloma che il nuovo venuto farà amicizia, portando la prima a scoprirsi pian piano e ad uscire dal suo guscio protettivo.

Partiamo dai personaggi: Paloma e Renée sono due figure improbabili, una dodicenne che ragiona con il cervello, il disincanto e la mordacità di una trentenne e una portinaia di umili origini che legge Tolstoj, si diletta di filosofia e corregge mentalmente la grammatica dei suoi interlocutori.

La trama è tenue, abbastanza prevedibile salvo forse il finale, che d’altra parte è l’unica possibilità di chiusura, se si esclude la riproposizione di un paradigma fiabesco.

Tuttavia, se si sospende il principio di verosimiglianza e ci si abbandona al piacere della lettura, L’eleganza del riccio si rivela un romanzo divertente, ricco di spunti di riflessione e dal ritmo serrato. Nel complesso, un libro estremamente apprezzabile a dispetto della trama stessa.

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