Di forma informe

Non tanto per me, quanto contro chi pensava che mai sarei andata, sono uscita a correre. Intendiamoci, la mia gran corsa si è risolta in un doppio giro ansimato intorno a Parco Solari (più un terzo di decompressione, se così si può chiamare) e vorrei poter dire di essermi sentita molto meglio dopo, come quando tornavo a casa dalla lezione
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Neve

di Orhan Pamuk   Pamuk ti afferra e ti porta in Turchia. E’ sufficiente un accenno alle strade di Istanbul per sentirne nelle narici l’odore, per provare una nostalgia irrefrenabile e l’impulso di correre a prendere il prossimo volo. Per lo meno, questo è l’effetto su di me, che in Turchia sono stata, seppure per una manciata di giorni. Più
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9 / 20

C’è stato un tempo in cui credevo che il mondo del lavoro fosse di gran lunga più divertente e meno stressante degli esami all’Università. Internet nel 2000 era il grande boom, le famiglie scoprivano la rete anche se a passo di modem 28,8 o – nei migliori dei casi – a 56k… Il numero degli utenti raddoppiava rispetto all’anno precedente
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Tutta mia la città

Mi chiedo se sempre verrà il solleone accompagnato da nausea mista ad afa, se questo sole secca le vene. L’ipod suona Tutta mia la città e nell’interpretazione di Giuliano Palma riconosco le note che cantava mia mamma tanti anni fa. Le strade davvero deserte sono parole che placano lo stomaco. Me le immagino come figurine di un luglio che non
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Arrivi

Sono tornata a Milano attraverso un cielo di zucchero filato, quello di quando ero bambina: rosa, soffice ma dall’anima filacciosa.  In tempo per gli ultimi minuti della finale dei Mondiali, e soprattutto prima che sulla città si abbattesse la tromba d’aria. Odio il vento, e chi viene dal mare e lo ha sentito ululare nelle sere autunnali lo può capire.
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Strade

Ho letto su Poesia di maggio (sì, sono indietro di un mese….) e riporto questo testo di Ruth Bidgood, che trovo bellissimo (peccato non averne a fronte la versione in lingua originale… ) Inutile chiedersi che lago protetto da aironi si trovava nell’altra vallata, o rimpiangere i canti del bosco che non avevo attraversato. Inutile chiedersi dove potevano portare altre
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Luglio viene

Ho letto sul Corriere di domenica un articolo sull’ozio creativo: parrebbe che nel frenetico mondo moderno non siamo più in grado di gustare di quei momenti di dolce far niente che sono indispensabile preludio all’attività creativa. Rendiamo le nostre giornate iper-attive fuggendo il silenzio, la riflessione, le pause in cui l’immaginazione si addensa e prende forma per perderla e plasmarsi
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Amico fragile

Uno spettacolo che omaggia De André e che accosta poesia e canzoni non poteva non richiamare la mia attenzione: così ieri al teatro Out Off fra le fila dei non numerosi uditori c’ero anch’io, con il mio bagaglio di canzoni impresse a memoria a furia di ascolti e nelle orecchie il suono della voce del Faber. Premesso questo, lo spettacolo
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Limiti

Il problema non è  (quasi) mai come ti vedono gli altri. Il problema è come ti vedi tu. Allieva: “Complimenti per lo spettacolo, sei stata eccezionale” Io, allontanandomi perplessa e tuttora chiedendomi: “Ma per chi mi avrà scambiato?” Io sono il mio limite da infrangere.

[In]decisione

Ammiro le persone che hanno opinioni forti e che le sanno esprimere con chiarezza e capacità di argomentazione. Io, da vera Bilancia, oscillo nella rete a maglie fitte dei pro e dei contro e osservo ogni cosa alla stregua di un icosaedro. Colgo le sfumature, anche le più tenui: sono una specialista della scala cromatica. L’alterità sta tutta in una
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