Si programmano molte cose, ma spesso le più belle giungono inaspettate. Come scoperte inattese di un girovagare all’interno di un perimetro grossolanamente definito.
Andiamo a Chelsea per un giro delle gallerie d’arte, e subito notiamo una sopraelevata accessibile a piedi. E’ una vecchia rotaia trasformata in passeggiata in mezzo al verde. E per verde non si intendono aiuole ordinate, ma erba e fiori selvatici: Keep it wild, raccomanda il cartello.
Poi le gallerie d’arte, e questa volta non ci limitiamo a quelle visibili dalla strada, ma ci inoltriamo in quelle “nascoste”, fino all’undicesimo piano di capannoni industriali ormai sede di esposizioni di artisti. Tante opere interessanti, altre meno, o forse solo meno comprensibili per me. Ma ancora una volta la chiave è il lasciarsi sorprendere, abbandonare ogni tentativo d’ordine e comprensione raziocinante: solo allora, con occhi ben aperti e mente silenziosa, si può vedere. Non necessariamente il pensiero dell’artista, ma l’emozione che ci comunica, la vibrazione che arriva diretta al cuore.
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