Un raggio di luce filtra fra le imposte, è mattina presto. Quel tanto di chiarore basta per leggere l’ora: le sette del mattino. Non ho più sonno sebbene abbia dormito poco, ieri sera la cena con gli amici e poi il rientro al Castello sotto una stellata che faceva presagire un domani sereno.
Così mi alzo, sgattaiolo in cucina e guardo fuori, la campagna illuminata dal primo sole e il cielo terso che mi sorride. Ricambio il suo sorriso.
Mi aggiro fra cucina e salotto, inizio a riempire i coni di riso e a disporli nei cestini alternandoli con le bolle di sapone. Appena Fra si sveglia spalanco tutte le finestre, felice del tepore che arriva da fuori.
La colazione con famigliari e amici, poi la preparazione del tableau e l’arrivo delle mie comari belle… Passeggiamo in giardino, ridiamo, è l’inizio bellissimo di una giornata perfetta. Riesco persino a godermi un tuffo in piscina prima dell’arrivo della fiorista. Da questo momento in poi, le lancette dell’orologio però accelerano: arriva il parrucchiere, l’estetista, il fotografo… Il nostro appartamento si trasforma in un piccolo harem, con mamme sorelle amiche che assistono e partecipano ai preparativi.
E finalmente sono vestita, ed è ora di correre in paese per non essere troppo in ritardo: correre, per quanto il vecchio Maggiolone lo consenta. Papà è emozionato anche più di me, non parla. Arriviamo in piazza, tanti volti noti ma anche qualche passante che si è fermato per curiosità: scendo dall’auto e ci avviamo, gli scalini difficili da salire con lo strascico (ma l’ascensore rovinerebbe la poesia del momento). Entriamo nella sala, il babbo mi lascia di fronte al banco, l’arpa e il violino suonano e io e Fra ci guardiamo ridendo senza sapere cosa fare. Entra il Sindaco, legge gli articoli del matrimonio: è il solo momento della giornata di cui abbia un ricordo un po’ vago, frastornato dall’emozione. Invece nitidi sono i nostri sì, e il momento in cui ci scambiamo anelli gialli che credevamo bianchi, unico imprevisto nell’evento. Poi gli auguri e la pioggia di riso, le bolle di sapone e gli abbracci, e le campane della Chiesa di fronte che prendono a suonare partecipando alla gioia generale.
Le foto sotto i portici in piazza, poi nei vigneti…. le preoccupazioni per lo strascico che infine si rassegnano vedendolo ormai sporco di terra e di foglie, e l’arrivo al castello: non smettiamo mai di sorridere, è un pomeriggio bellissimo.
Riesco persino a gustare la cena (perché gli sposi non dovrebbero mangiare?) e le chiacchiere fra i tavoli. E’ una sera calda, si sta bene anche in cortile, a guardare le stelle ammiccanti d’augurio mentre infine ci salutiamo.
Se avessi saputo immaginare tutto nei minimo dettagli, non avrei desiderato nulla di diverso. Sono felice.
niente di meno per chi sa nascere al mare
e mi commuove anche leggerlo, che le immagini mi si affollano felici 🙂
Bibi
com’è la storia degli anelli gialli?
happy to read you happy 😀
Di nuovo auguri Ale!!
la cura amorevole dell’amore
auguribelli
e che bella che eri 🙂