Mi mancavano (un poco almeno) i viaggi solitari alla guida, con i pensieri liberi di andare dove più piace a loro, stimolati dalla musica dell’iPod e dallo sguardo che abbraccia distese di campi incerti nella foschia mattutina. Milano-Imperia, Imperia-Milano: l’autostrada che ho percorso tante volte da sola, e puntualmente nei giorni precedenti il Natale. Mi è sempre piaciuto guidare, per la sensazione di essere immersa in una bolla di vetro capace di sospendere lo scorrere del tempo, di isolarmi dal resto del mondo, di lasciarmi a tu per tu con me stessa. Un momento mio, tutto per me. Salvo guardare la strada, ovviamente: forse proprio per il fatto di concentrare tutta l’attenzione razionale sulla guida, il pensiero è libero di vagare senza controllo. La ragione è al volante dell’auto, non può guidare anche i pensieri.
Questa autostrada ha visto scorrere negli anni tanti miei stati d’animo, ripercorrerla è rivederli a tratti sbucare da una curva, saltare oltre il guard-rail, aspettarmi per correre insieme a me sul rettilineo. Oggi il sentimento che li comprende tutti e che dà senso e direzione è l’amore. E’ una direzione circolare, che si espande come i ben noti e spesso citati cerchi nell’acqua quando vi cade una goccia. Una piccola illuminazione ordinaria, una luce calda che si accende mostrandomi l’essenza dell’amore nel volere soltanto il bene dell’altro. Cose già dette e udite, ma l’illuminazione sta’ nel farle proprie, nel sentirle nel cuore e non nell’udirle con le orecchie e con la testa. Ecco quello che distingue l’amore dall’egoismo: l’amore per il bene dell’altro e non per il bene di sè.
In fondo, s’intona questo pensiero alla vigilia di Natale, riporta anima e significato dentro la forma vuota delle decorazioni sparse in tutta la casa, conferma il cammino di ogni giorno come una bussola fidata che non può ingannare.
I miei pensieri si tingono di colori, le margherite accanto all’autostrada sono un miracolo a dicembre. Penso di scrivere un post diverso, un post che parla di me sempre così controllata e legata nell’espressione da finire con l’esplodere un giorno: prenderò i pastelli colorati e disegnerò fiori sui muri, colorerò le strade e abbraccerò chi incontro. Forse mi arresteranno per eccesso di felicità.
Sto per arrivare a casa, quando vedo due grandi camion con scritto “trasporto bestiame”. Penso a quei poveri animali stipati e portati verso la morte e arrivano le lacrime. Sono lacrime insolite che salgono da un profondo lontano, senza singhiozzi nè battiti di palpebra, lacrime universali che scorrono silenziose come acqua che monta lenta e che raggiunto il ciglio scivola fuori. Avete presente le lacrime di Jun in Castelli di rabbia? Quelle sono le mie lacrime quando piango senza una ragione, per una emozione non intermediata dalla mente: provengono da un luogo dove lacrime e felicità non sono in contrasto, ma sono espressioni del medesimo centro.
So this is Christmas, and these are my free thoughts.
ebbene si.. presente le lacrime e presenti i viaggi della mente.. – “so this is christmas” mia cara ale.. un bacio
….io di quelle tue lacrime sono felice.
ti adoro 🙂
B.
lacrime d’emozione che sono gocce di luce
nel respiro del tempo
auguri infiniti
a volte resta più di noi in certi percorsi che in molti luoghi…