Terzani fa parte degli autori con cui non c’è stato “feeling a prima lettura”. Avevo iniziato a leggere un suo libro circa 5 anni fa, abbandonandolo dopo una cinquantina di pagine. Ma cinque anni sono lunghi, accadono molte cose e soprattutto cambiano gli interessi e le disposizioni d’animo. Così quando lo scorso anno ho visto su una bancarella Un indovino
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di Julio Cortazar Lo giro, lo rigiro. Non è un libro facile, Storie di cronopios e di famas. O forse è un libro facile, se lo leggiamo lasciandoci coinvolgere ed emozionare dalle storie, senza inseguire rispondenze precise. I Cronopios, esseri verdi e umidi, balzano spontanei e inaspettati alla mente di Cortazar, che arriverà a caratterizzarli attraverso un processo non
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di Fatema Mernissi Viaggiare è il modo migliore per conoscere e accrescere la tua forza, diceva nonna Jasmina. Il bagaglio più prezioso che portano gli stranieri è la loro differenza. E se ti concentri sul divergente e sul dissimile, avrai anche tu delle illuminazioni. Da questo invito al viaggio come esperienza cognitiva parte Fatema Mernissi, che ha occasione di confrontarsi
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di J.M. Coetzee Uno scrittore sudafricano avanti con l’età e residente a Sydney (il Senor C.). Una giovane vicina di casa di origine filippina, in cerca di un lavoro ma senza alcuna fretta. Il compagno di lei, un investitore dedito agli affari e senza troppi scrupoli. Coetzee gioca fra finzione ed elementi autobiografici mettendo in campo le opinioni del
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di Julio Cortazar Parliamo del libro più interessante che mi sia capitato di leggere quest’anno, e uno dei più interessanti nella mia carriera di “lettrice”: Il gioco del Mondo, che ho letto, divorato, sfogliato, riletto, sottolineato, appuntato fino a ridurlo a un insieme di pagine scalcagnate. Il gioco del mondo si lascia leggere dal primo capitolo al capitolo 56, diviso
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di Philip Roth Non puoi conoscere cosa passa nella mente degli altri, non puoi conoscere neppure chi ti è più vicino: questo sembra dirci Philip Roth in Pastorale americana. E ancora, persino chi si affanna ad affermare “Questo sono io” dovrebbe in realtà affermare “Questo non sono io” perché non conosce pienamente nemmeno sé stesso, c’è sempre un lato
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di Raymond Queneau Con un incipit quasi leggendario (Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del giorno, il Duca d’Auge sali in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la situazione storica. La trovò poco chiara.) Queneau ci proietta in un tempo storico e al contempo onirico, da dove origina il romanzo I fiori blu. Il duca d’Auge,
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di Gregory David Roberts In veste di turisti, visitando un paese non facciamo altro che scivolare sulla sua superficie, spesso senza riuscire ad intaccare l’immagine nitida e levigata che si propone ai nostri occhi. Questo penso leggendo Shantaram, che ci proietta sotto la pelle dell’India, in mezzo alle persone che vivono all’interno degli slum e a contatto con situazioni
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di Erri De Luca Erri De Luca torna a raccontare la Napoli del dopoguerra filtrata attraverso gli occhi di un bambino: un bambino che cresce orfano in una stanzuccia affacciata sul cortile dove cresce e impara a confrontarsi con il mondo esterno. Impara che la paura è timida, ha bisogno di essere sola per venire allo scoperto. Impara che per
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di Muriel Barbery Al numero 7 di Rue de Grenelle, signorile stabile parigino, abitano due persone diverse per età anagrafica e provenienza sociale, ma che condividono lo stesso sguardo acuto e sarcastico sul mondo che le circonda: la portinaia Renée (Madame Michel) e la dodicenne Paloma, figlia di un ministro della Repubblica Francese. La voce narrante passa dall’una all’altra mentre
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