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I colori della Provenza

In tutti i villaggi provenzali c’è sempre una piazza inondata di sole, e c’è un albero, una panchina, un lampione. Le lastre di pietra bianca sono uno specchio che amplifica la luce del Mezzogiorno, nell’ora in cui si fa silenzio: all’ombra di un pergolato è bello sorseggiare un bicchiere di vino guardando la strada deserta. Il municipio, la Mairie, proclama Liberté, Egalité, Fraternité mentre le campanule viola affacciate alle finestre sorridono, e ondeggiano al lieve passaggio di un tempo che in questi luoghi rallenta il suo passo.

Saint Paul de Vence, adagiato sulla collina, ostenta una magnificenza da feudatario indiscusso, con gli olivi che lo circondano a mò di frusciante guanciale. Attraverso quelle vie strette è tutto un susseguirsi di gallerie e atelier, e pure semplici finestre che – spalancate sul mondo – lasciano intravedere tele dai tratti ancora incerti.

L’Arte sembra di casa qui più che altrove, o forse il mondo stesso, accarezzato da una luce più calda, si pavoneggia chiedendo a gran voce di essere rappresentato. Quanto più devono essere ispirati qui gli artisti, che non in terre avvolte dalla nebbia e sovrastate da un cielo di smorta tonalità… Ora invece i colori risplendono come ceramiche smaltate, e non a caso i negozietti restituiscono quello stesso giallo, e l’azzurro e il verde, nei vasi e nei piatti decorati con olive e fiori.

E sono proprio i  piatti traboccanti di pietanze che assaporo con gusto, per deprecare ogni volta l’impiego così diffuso di cipolla, alio peperoni e dannate salsine tanto appetitose quanto indigeste… E così prosaicamente mi trovo a pensare che più di una volta sarà capitato che un artista dipingesse non in quelle giornate di sole, ma in una notte tormentata. Dal troppo vino, dal troppo cibo o da condimenti molesti.

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4 Responses to “I colori della Provenza”

  1. Complimenti, blog molto elegante ed interessante

  2. alessandra says:

    mercì beaucoup 🙂

  3. Valeria says:

    Ciao Ale, adoro anche io tornare in Provenza, ogni anno poi mi riprometto che vi andrò in occasione delle feste per la raccolta della lavanda ma anche per quest’anno niente, ormai son passate! Io ho trovato molto gradevole leggere Un anno in Provenza di Peter Mayle…un libretto niente di che ma molto spassoso, scritto da un londinese trasferitosi in Provenza con la moglie, se ti capita… ciao, Vale

  4. alessandra says:

    Dai, magari l’anno prossimo per la fioritura della lavanda ci si va assieme! Anch’io è da un po’ che vorrei andare a vedere le distese di lavanda 🙂 baci

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