Ci sto pensando. Troppo. Mi sa che lo faccio, e in fretta. Cambio casa. Il fatto è che questa è una casa in affitto, il pied-a-terre dove mi sono sistemata durante un anno sabbatico, ho appeso qualche quadro e disposto un po’ di libri sulle mensole … Ma non ho messo una targa con il mio nome e cognome. Ecco,
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L’unica verità è quello che senti. Ed io che pensavo di essermi iscritta soltanto ad un corso di teatro…
Sai, pensavo. Fondamentalmente sono una spugna. E non lo dico perché mi piace bere, o forse non solo. Il fatto è che leggo, osservo, discuto, incamero…. rielaboro. E poi tutto torna fuori rilavorato da me. Raccolgo pietre preziose e sassi grezzi: incamero tutto, affastello, impasto con un poco di sputo e polvere e voilà, ecco un castello da riciclo. Nelle
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Dunque ieri sera il Don Giovanni al Teatro Libero, con Corrado d’Elia (una certezza) e una attrice che ho trovato bravissima, in un bel monologo sull’impossibilità di capire il comportamento di Don Giovanni, o forse il non voler capire “quell’irrigidirsi dello sguardo”, e il chiedere piuttosto di inventare scuse per il suo comportamento pur di negare la realtà. E infine
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Quando sei all’interno di un contesto, difficilmente riesci a raccontarlo: non hai l’obiettività, il distacco necessario per poterne parlare. Così mi capita quando sono in viaggio, nei giorni di permanenza fuori casa non riesco ad andare oltre la pura cronaca, la descrizione del singolo dettaglio. Poi, una volta reinserita nel mio contesto abituale, le impressioni immagazzinate prendono vita tutte insieme
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La poesia nasce da un concetto, che sviluppa sul piano teorico e cesella sul piano linguistico. A volte anche nasce da un pugno nello stomaco.
Inspiriamo la vita come alberi, e ci specchiamo l’un l’altro. Il Nepal è bellissimo, metto ordine nella valigia delle immagini raccolte, e poi ve lo racconto.
Cosa rimane… Cosa rimane a chi – come me – non può intervenire sulle cose, non può plasmarle, non può indirizzarle dove vorrebbe? Cosa rimane, quando l’anima si spezza e perde frange di se stessa? Cosa rimane, quando il corpo non può contenere un grido, il mio grido d’amore, per amore… Impotenza dinnanzi agli eventi. Resistenza di trave di ferro
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A volte basta una parola. Un sorriso. Una telefonata inaspettata. Un qualsiasi gesto minuscolo, quasi … quasi passabile sotto silenzio… Eppure invece lo cogliamo e all’improvviso la prospettiva da cui guardiamo il mondo si capovolge, le biglie corrono sul piano inclinato, la neve sintetica ondeggia nel liquido del nevicattolo, la sabbia piove all’interno della clessidra… tutto è ancora al medesimo
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Che poi. Che poi la vera, fondamentale domanda da porsi è: “Ma io con te ci sto bene? Mi fai sentire bene? Sono felice quando sono con te?” E non è una domanda che uno pone all’altro, è una domanda da porre a sè stessi. Pensaci, e non mi rispondere. Io la risposta ce l’ho, ed è affermativa. Se è
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