Che poi. Che poi la vera, fondamentale domanda da porsi è: “Ma io con te ci sto bene? Mi fai sentire bene? Sono felice quando sono con te?” E non è una domanda che uno pone all’altro, è una domanda da porre a sè stessi. Pensaci, e non mi rispondere. Io la risposta ce l’ho, ed è affermativa. Se è
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… Delle paure… Non avere paura di me, nè per me: sono grande abbastanza, e ho una vita sola… … Della felicità… D. Ma tu cosa vuoi dalla vita? R: Essere felice D: Sì, ma come? R: Non puoi sapere come raggiungere la felicità, puoi solo viverla quando c’è … Dell’amore… Ho smesso di parlarne.
Andata e ritorno… ma soprattutto ritorno. Io mi sarei anche un po’ stancata…..
Sono salita di nuovo su quelle scale di rete metallica affacciate sul vuoto, con i giramenti di testa provocati dalle vertigini, e mi sono seduta in quella stessa platea. Emozioni, tante: quelle date dalla rappresentazione teatrale, il Cirano di Corrado d’Elia. Quasi lacrime alla fine… Certo che ne è passata di acqua sotto i ponti…. l’ultima volta che sono stata qui
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Fondamentalmente non ho il dono della sintesi nè la capacità di scegliere. Inglobo tutto; non elimino: giustappongo. Onnicomprensività: “onni-comprensione.” Insomma, voglio tutto. Fondamentalmente.
Perché a fronte di un sorriso inaspettato c’è un volto che si incupisce privato di un lavoro… Perché a fronte della mia fortuna ancora mi sorprendo a lamentarmi di inezie per cui non vale e non vale la pena. Che se anche inezie non fossero pure lo sono di fronte a quanto le mie mani raccolgono e i miei occhi
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Comunque. Se invece a voi la nebbia non piace (v. post precedente) la miglior soluzione in queste giornate grigie è alzare il volume della musica … purchè sia allegra, vitale, contagiosa. Il mio iPod suona da più mattine i Gogol Bordello (iniziate con East Infection e la giornata vi sorriderà ironica e energica… ). E la mente ritorna a Brighton
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Milano nebbiolina. Attraverso piazza Einaudi, le sagome dei cantieri si smarriscono in atmosfera sospesa, i palazzi tendono le loro cime golose tuffandosi in una festa di zucchero filato. La nebbia, mi piace. I contorni delle cose si sfumano, si sfilacciano nell’indefinito: che è come dire si protendono verso l’infinito. Tutto sembra possibile, la realtà perde i suoi confini, diventa plasmabile,
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Il tergicristallo si è fermato. Non piove più, anche se il cielo è ammantato di grigio. Succede. Alla fine succede, che passa. Prima lo sapevo razionalmente e per averlo già provato altre volte, quindi lo ricordavo a me stessa: passa, aspetta che passa. Stringi i denti, stringi i pugni, stringi tutto quello che vuoi… perché tanto poi passa. E qualcuno
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Un’altro post d’attualità nel mio blog… che ormai stia diventando un vizio? La mattina d’abitudine sfoglio il Corriere facendo colazione, e stamattina la mia attenzione si è posata sugli “autobus atei” che saranno in circolazione a Genova a partire dal mese di febbraio. Ora, io, dal basso del mio agnosticismo non so se Dio esiste o non esiste, ma non mi
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