Se una giusta causa risuona di motivi errati

Si potrebbe pensare che io non legga i giornali, che non mi interessi di attualità, dal momento che non ne parlo mai. In realtà non è così, generalmente (a volte anche confusamente) ho delle opinioni, nonostante non senta la necessità di esprimerle nell’angolo privato del mio blog. Una riflessione tuttavia mi ronza in testa da qualche giorno, da domenica diciamo,
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Piangere a comando

Il bravo attore si riconosce dalla capacità di vivere le emozioni in scena, trasmettendole al pubblico con l’intensità del vero. Affermazione di per sè piuttosto ovvia ma sulla quale, come in genere avviene per le evidenze, non mi sono mai soffermata a riflettere. Se non che all’interno del corso di recitazione che sto seguendo mi è stata assegnata una scena
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Art Project

Google Art Project: visitare un museo di Praga, di Mosca, di Berlino, di Amsterdam, di Madrid… il tutto in una uggiosa serata milanese. Bello, proprio bello. Qualche problema di caricamento delle immagini, qualche dettaglio da sistemare… ma l’Art Project di Google promette bene.

Viaggiare

Dicono che non occorra andare lontano per trovare sè stessi. Nel mio caso invece la lontananza avvicina, mi riporta al centro. Viaggiando mi libero dell’inessenziale, perdo la focalizzazione sugli interessi transitori lasciando emergere dal caos gli obiettivi duraturi. Viaggiando ritorno in me. Poi, saranno nuovi giorni per perdermi di nuovo.

Domani

Spoken words

   

Balthus e i surrealisti

di Antonin Artaud Balthus e i surrealisti è un libro che raccoglie articoli e scritti di Artaud riguardanti i lavori di Balthus, Masson, Boschère e introduce il nesso fra pittura e teatro nella concezione di Artaud: un teatro dove il testo è solo uno degli elementi che contribuiscono alla messa in scena pluri-sensoriale che mira a lasciare spossato lo spettatore
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Il Guardiano

Ieri sera ho assistito ad uno spettacolo davvero interessante: il testo è il Guardiano di Harold Pinter (il mio primo approccio a Pinter, devo ammettere), la regia è di Lorenzo Loris e la recitazione è… mozzafiato! Avevo già avuto il piacere di apprezzare i medesimi attori oltre un anno fa in Aspettando Godot, e questa interpretazione conferma il mio entusiasmo
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Love machines

Bravi sono bravi eh… e con un’ottima resistenza, gestendo agevolmente un’ora e un quarto di spettacolo ininterrotto. Più vicini all’acrobatica che alla danza, i Kataklò colpiscono certamente per la loro perizia tecnica, per la leggerezza e fluidità di movimento. Love Machines, lo spettacolo con cui sono in scena in questi giorni al Ciak, è tuttvia a mio parere una performance
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E usciremo da quel cinema e sapremo che eravamo noi gli attori