Questa sera ho partecipato ad uno spettacolo decisamente particolare, che ha destato in me sensazioni e opinioni contrastanti. Sicuramente molto interessante, e meno opprimente di quanto me lo sarei aspettato, meno “riflessivo” e più “senziente” di quanto avrei pensato.
Opinioni contrastanti dentro me stessa dunque, perchè ho trovato una compresenza di cose geniali e altre invece quasi banali. In particolare, scontato è a mio vedere il tema dell’imperialismo espresso attraverso la violenza.
Interessante invece la costruzione scenica dell’insieme: scenografia, luci, musica è tutto assolutamente coerente al contesto del singolo quadro.
Molto riuscito il primo “quadro”: musica angosciante, spari, e l’irruzione degli attori in scena (“è la fine del mondo..:”) generano il panico fra il pubblico, e un senso di vera e propria paura folle ti invade.
Bella la transizione fra un quadro e l’altro tramite proiezione di video astratti e allegorici. Soprattutto riuscita nel caso della transizione fra il secondo e il terzo quadro, quando la proiezione avviene su una rete sospesa in aria, incombente sul pubblico.
I quadri centrali (soprattutto il terzo e il quarto) sono invece più deboli rispetto al primo e al quinto: vero è che probabilmente senza di questi il quadro finale non sortirebbe lo stesso effetto. Comunque la violenza è smaccatamente finta e direi banale.
La quinta scena torna ad essere di grande impatto: il panico dilaga fra il pubblico che scappa dagli attori, che si rincorrono per picchiarsi e rovesciarsi addosso gavettoni d’acqua che colpiscono anche il pubblico.
Sul finale i “dominatori” vengono uccisi improvvisamente dagli uomini mascherati che inizialmente avevano agevolato la loro salita al potere, ritorna la musica iniziale e tutto a d’un tratto è buio.
Davvero geniale il modo in cui è stato suscitato il panico fra il pubblico e come è stato coinvolto il pubblico stesso all’interno della rappresentazione: gli spostamenti delle torrette e delle istallazioni, il girare degli attori fra il pubblico stesso fa sì che siamo costretti a muoverci quasi continuamente: ogni qual volta si tira il fiato per “far riposare mente ed emozioni” succede qualcosa che spinge a muoversi nuovamente.
Questo in effetti porta ad avvertire un senso di coercizione, di necessità che ben si intona con il concetto di “imperium”, dominio. Peraltro, questo è per me l’unico elemento che fa provare al pubblico propriamente il senso di dominazione.
Interessantissimo l’utilizzo dello spazio scenico, non solo in quanto spazio scenico e spazio pubblico vengono unificati all’interno di un unico luogo dove si muovono sia gli attori che gli spettatori, ma anche per le soluzioni che portano naturalmente questi ultimi a spostarsi al suo interno.
In conclusione, mi aspettavo qualcosa di ancora più “trasgressivo” o “opprimente”, ma comunque è stato uno spettacolo degno di essere visto con interesse.
Adesso vado a dormire, finalmente domani è venerdì … e ho pure preso il pomeriggio di ferie…
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