Dopo due mesi di tira e molla sono giunta alle ultime pagine di Alimentazione naturale di Valdo Vaccaro, testo che parla di igienismo.
L’igienismo non è la tendenza a lavarsi compulsivamente ed essere ossessionati dalla pulizia (anche se un giorno potrei scrivere un posto anche su questo argomento!). L’igienismo è una scuola di pensiero che nasce in America a inizio ottocento (anche se si richiama ad antenati illustri del lontano passato, fino a giungere a Pitagora). La parola deriva dal greco ygieia (buono stato di salute), e anche l’italiano igiene starebbe a significare l’insieme delle pratiche volte a conservare la salute, anche se è giunto ad essere pressoché sinonimo di pulizia. Sarà che siamo diventati una società che guarda più all’esterno che all’interno?
Il testo di Vaccaro propone tanti spunti interessanti (che sono poi i principi su cui si basa l’igienismo), anche se mi sarei aspettata una trattazione più accurata o per così dire “scientifica”: pur non vantando l’igienismo basi scientifiche, tutto ciò che nel libro viene asserito in merito ai principi dell’alimentazione potrebbero (anzi a mio parere dovrebbero) essere supportati con dati. Tanto più che la maggior parte delle cose che Vaccaro sostiene nella prima parte del libro hanno alle spalle studi e fondamenti scientifici: perché non esplicitarli? Così finisce che la prima parte del libro sembra essere una successione di opinioni dell’autore, asserite come verità assolute.
Veniamo invece alla parte che trovo più interessante nel libro, ovvero il condensato dell’igienismo. Ci sono principi che ho trovato illuminanti, altri abbastanza discutibili. In particolare, preziosissimo l’insegnamento secondo il quale il corpo umano è una macchina perfetta, capace – se non disturbata da interventi esterni – di riequilibrarsi, pulirsi, rigenerarsi. Con le medicine curiamo i sintomi, senza agire sulle cause: introduciamo quindi nel corpo degli elementi perturbatori (distruttivi in quanto la loro azione è quella di distruggere i sintomi) che potenzialmente danneggiano senza incidere sulle motivazioni profonde del male. In linea di principio questa guerra dichiarata all’industria farmaceutica mi trova più che d’accordo: assumiamo “bombe chimiche” per sradicare rapidamente il problema senza andare in profondità. Trovo dannosissimo il facile ricorso ai farmaci, trovo sconsiderato il fatto che si possa persino fare pubblicità a farmaci contro raffreddore, febbre, dolori vari, disturbi di stomaco, cerco di ricorrere il meno possibile a medicinali. Detto ciò, se mi ritrovo con la testa che scoppia, pur consapevole che ci sono cause che vanno indagate, anch’io (il meno frequentemente possibile) ricorro ad un analgesico. Un tempo mi capitava di ricorrervi con più frequenza, ora davvero le volte nell’anno in cui mi capita sono limitate… Segno che magari il mio stile di vita è un pochino migliorato?
Tornando all’igienismo, ci sono anche principi che mi sembrano privi di fondamento e contraddetti dalla realtà (non riportando nessuna base scientifica, rimangono delle asserzioni): per esempio, il negare l’esistenza dei virus fino a negare che le epidemie di influenza abbiamo causa virale, o addirittura negare che l’aids si trasmetta!
Opinione per opinione, dico la mia: mi pare molto più sostenibile ritenere che i virus in presenza di un corpo sano e non sottoposto a stress trovino un terreno pronto a neutralizzarli. Quindi, più attenzione all’igiene (nel senso detto prima) e minor propensione ad ammalarsi. Sempre ritornando al discorso delle scorciatoie che vanno per la maggiore, questo principio si è banalizzato in un “per evitare di prendere l’influenza, mi lavo le mani”. Ok, è utile lavarsi le mani, ma se non si tiene pulito il corpo all’interno, come si può pretendere di combattere i virus? Quindi ancora una volta si parla di alimentazione, di limitare l’introduzione di cibi che producono solo scorie e prediligere cibi ricchi di vitamine, sali minerali, enzimi. Chiaramente questi cibi sono la frutta e la verdura, preferibilmente crude in quanto il calore distrugge gran parte delle loro proprietà. Siccome anche la deperibilità di enzimi e vitamine è dimostrata, sarebbe stato utile secondo me che Vaccaro aggiungesse qualche dato, senza dar per scontato che i lettori li conoscano o si limitino a credergli ciecamente.
Tirando le somme, Alimentazione naturale è un libro che non mi pento di avere letto, ma che avrei preferito trovare più approfondito e meno ideologico.
Ora veniamo a me: quanto ho cercato di fare nell’ultimo anno è di apportare delle correzioni al mio stile di vita (non soltanto alimentare), senza radicalismi. Ci sono cose che sono intenzionata a migliorare ancora, altre che a momento non so se cambieranno mai né se intendo cambiarle. Sicuramente ho iniziato a prestare più attenzione ai segnali del corpo, riconoscendogli una saggezza che la mia mente non ha. C’è da dire una cosa: più siamo “intasati” di sostanze negative meno ne avvertiamo la pericolosità, mentre non appena cerchiamo di tenere un minimo più pulito l’organismo è più facile riconoscere quel che ci fa bene e quel che ci fa male (e ripeto, il mio organismo di schifezze ne subisce ancora, non ultimi gli sporadici cedimenti al distributore automatico dei biscotti… che tuttavia diventano sempre più rari in quanto inizio a avvertire sempre di più il fastidio dei conservanti e delle materie prime non proprio eccellenti con cui vengono prodotti).
Mangio moltissimi cibi cotti ma sto cercando sempre più di avere tutti i giorni anche verdura e frutta crude e mi sembra di trarne giovamento. Mi è capitato ultimamente per ben due volte un inizio di raffreddore (il tipico bruciore alla gola, fastidio nel respirare…): in entrambi i casi ho reagito senza alcun medicinale ma “bombardandomi” di frutta e verdure crude. Sarà un caso? Il raffreddore è miracolosamente regredito in due giorni (fino allo scorso anno avevo raffreddori che duravano settimane nonostante – nonostante? – i farmaceutici rimedi per il raffreddore). Purtroppo le circostanze, o la pigrizia, la golosità, mi portano ancora spesso ad allentare l’attenzione su quello che mangio, ma diciamo che solitamente ora sono “trascuratezze consapevoli”… Come dire, so già in anticipo che non prestando le dovute attenzioni ne patirò le conseguenze in termini di difficoltà di digestione. Ma credo che sia ben diverso rispetto ad essere totalmente inconsapevoli di ciò che ci fa bene e ciò che ci fa male ed incapaci di avvertire e capire i preziosi segnali che il nostro corpo ci manda.
Aggiornamento del 22 febbraio: siccome ho inneggiato alla mia recente “buona salute”, è arrivato dritto dritto un tremendo raffreddore a colpirmi… Ma di quelli brutti, eh… con febbre annessa e impossibilità a respirare con il naso. Ho provato a curarmi “di testa mia”: un giorno di riposo, inalazioni di eucalipto e dieta di frutta e verdura (prevalentemente cruda). Dopo un giorno (un giorno soltanto!) sto bene, soffio ancora il naso ogni tanto ma respiro, la febbre è scesa immediatamente, non ho stanchezza né altri malanni che di solito accompagnavano i miei passati raffreddori…
Sarà un altro caso. O forse no?