Un giorno, se lascerò Milano, mi mancherà il tram.
E dire che non lo prendo mai!
Solo mi piace la sagoma e il suo sferragliare, lo smarrirsi vaporoso nella nebbia mattutina e il fanale anteriore che fende intrepido l’umido delle strade. E mi piace quel suo colore retrò, sbiadito dalle corse dei giorni, la porta che soffia passaggi frettolosi, piedi scalpiccianti su predelle consumate.
Finché c’è un tram, la vita sembra non passare mai del tutto, ancorata a un ieri vagabondo.
Così i desideri, così i sogni: sfilano, sulle rotaie, corrono lontano sulla circonvallazione e poi, eccoli, ritornano. Ed ancora ci sono fermate e mani spalancate per nuove destinazioni.
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