Questa lunga estate è uno scherzo che Natura ha giocato a bambini cresciuti in troppo grandi cappotti, è uno stato straniato dell’essere ora, mentre la testa non segue i malesseri del corpo.
Eppure ricordo un Ottobre ancor caldo, al mio compiere gli anni di seconda media. Avevo una tuta a maniche corte, cotone rosa intenso: una tuta di quelle che usavano allora, negli assurdi anni Ottanta. Aspettavo in cortile le amiche: l’amichetta del cuore in tuta giallo limone, ed io, io pensavo che vestire come lei mi bastasse a rendermi bella… Ma se l’abito non fa il monaco e neppur la modella, quelle maniche corte mi riportano oggi ad un’aria leggera che carezzava anche allora la pelle.
I metereologi dicono che l’autunno è in agguato, lo vedremo arrivare nelle piogge domani, lo sentiamo nel vento di oggi. Così lo accolgo recitando i versi di un poeta che studiavamo allora, sui quei banchi azzurrini di scuola.
Autunno
Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d’agosto,
nelle pioggie di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in quest’autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.
(Vincenzo Cardarelli)
Leave a Reply