Devo perdere il vizio delle assonanze: si impegola in tutto ciò che scrivo, e me lo rende odioso. Devo perdere il vizio di ascoltarmi mentre parlo: mi inibisce la fluidità dell’eloquio. O forse devo semplicemente perdere il vizio delle masturbazioni mentali?
Metti una sera in cui hai voglia di andare al cinema, e in programmazione non trovi nulla che riscuota il tuo interesse (per un attimo immagina di non trovarti a Milano ma in una ridente cittadina ligure, in novembre inoltrato, con un ventaglio di scelte conseguentemente più limitato di quanto il capoluogo lombardo saprebbe offrirti). In questa situazione mi trovavo
Read more…
Qualcosa è cambiato. Da due giorni vado in giro con evidenti abrasioni in volto, conseguenza della mia repentina decisione di far togliere le macchie solari che avevo in faccia. Decisione presa su due piedi senza troppo pensare alle sgradevoli conseguenze estetiche di breve periodo. Fino a qualche tempo fa avrei affrontato la questione con toni apocalittici, sull’orlo di una crisi
Read more…
Chi l’avrebbe mai detto che Beckett e Ionesco avrebbero persino fatto ridere? Io no di certo, che anzi venerdì avviandomi a teatro mi domandavo se la scelta fosse stata opportuna e se avrei resistito fino alla fine: uno spettacolo dietro l’altro, con un breve intervallo, giusto il tempo per sgranchirsi le gambe e cambiare sala. Invece. Invece ho assistito al
Read more…
Lo scorso Aprile pareva cominciare il periodo più bello dell’anno: le giornate primaverili, il primo tepore del sole sulla pelle, i week end al mare e i viaggi da preparare… dinnanzi a me si allungavano sei mesi meravigliosi. Poi Settembre è passato, Ottobre è scivolato veloce portandosi via il mio compleanno e lasciando il posto a giornate grigie che mi
Read more…
Domandare a volte è più difficile che rispondere. Riflessione scaturita dalla serata di ieri: lezione di teatro, che è sfociata in lezione di schiaffi, ovvero come imparare a simulare l’atto di schiaffeggiare e la reazione allo schiaffo. Ma prima di questo abbiamo lavorato sulla fiducia reciproca, attraverso esercizi di conduzione e di ascolto ad occhi chiusi. E prima ancora, il
Read more…
Questo post idealmente nasce ieri, e se avessi avuto il tempo lo avrei scritto pressoché uguale, se non per un accento che scivola ora su un istante inatteso. Da un paio di settimane stavo studiando le poesie di Alda Merini, cercando di comprendere i versi giovanili che mi risultavano più ostici, rabbrividendo per l’intensità delle liriche della Terra Santa, trovando
Read more…
Cullavo le mie poesie, vi soffiavo sopra un tempo per togliere la polvere di sentimenti troppo spessi. Ora scrivo cose così diverse, con un linguaggio adusto che ha perso ogni voglia di chiedere perdono. Così il sentiero stretto è zeppo di giunchiglie di spiriti ribelli e il ciottolo che scotta lo immolo alla mia febbre.
E comunque era estate. Ed ero andata dal parrucchiere.
La mia casa ideale ha un terrazzo. Magari un terrazzo non grande, ma sufficiente ad accogliere un tavolo e qualche sedia, gli amici a cena nelle sere d’estate, e qualche vaso di fiori. Ha una cabina armadio, la mia casa ideale: per ospitare tutti i miei vestiti, invernali primaverili estivi e autunnali. I cappelli, le borse. Le scarpe, le cinture.
Read more…
Hanno commentato: