di Philip Roth Non si può conoscere, semmai immaginare. Persino dati oggettivi possono essere tenuti segreti agli occhi degli altri, come fa Coleman Silk, protagonista del bellissimo La macchia umana. Professore universitario prossimo all’età della pensione, Silk viene tacciato di razzismo, avendo definito spooks (ovvero fantasmi, ma anche neri in valenza spregiativa) due studenti assenteisti, rivelatisi – malauguratamente per
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di Orhan Pamuk Pamuk ti afferra e ti porta in Turchia. E’ sufficiente un accenno alle strade di Istanbul per sentirne nelle narici l’odore, per provare una nostalgia irrefrenabile e l’impulso di correre a prendere il prossimo volo. Per lo meno, questo è l’effetto su di me, che in Turchia sono stata, seppure per una manciata di giorni. Più
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di Raymond Queneau Con un incipit quasi leggendario (Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del giorno, il Duca d’Auge sali in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la situazione storica. La trovò poco chiara.) Queneau ci proietta in un tempo storico e al contempo onirico, da dove origina il romanzo I fiori blu. Il duca d’Auge,
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Leggo molto, ultimamente. Leggo molto e scrivo poco, anomala equazione. Che per scrivere è necessario avere concetti e opinioni chiare in testa (o forse le idee si schiariscono oggettivandole?) e non è cosa da poco. E poi leggo libri che non si prestano facilmente alla recensione, per lo meno da parte mia… Mi sono immersa nella Francia della prima metà
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di Miguel de Unamuno E’ il 1914, in Spagna Miguel de Unamuno dà alle stampe Nebbia, romanzo o novella o nivola, nella parole che l’autore attribuisce al Vìctor Goti autore del prologo. Nebbia è infatti dichiaratamente uno scritto sperimentale, che infrange i canoni del romanzo mettendo in scena l’autore e facendolo dialogare con i propri personaggi, inserendo un prologo da
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di Gregory David Roberts In veste di turisti, visitando un paese non facciamo altro che scivolare sulla sua superficie, spesso senza riuscire ad intaccare l’immagine nitida e levigata che si propone ai nostri occhi. Questo penso leggendo Shantaram, che ci proietta sotto la pelle dell’India, in mezzo alle persone che vivono all’interno degli slum e a contatto con situazioni
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di Muriel Barbery Al numero 7 di Rue de Grenelle, signorile stabile parigino, abitano due persone diverse per età anagrafica e provenienza sociale, ma che condividono lo stesso sguardo acuto e sarcastico sul mondo che le circonda: la portinaia Renée (Madame Michel) e la dodicenne Paloma, figlia di un ministro della Repubblica Francese. La voce narrante passa dall’una all’altra mentre
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di Erri De Luca Come già ho raccontato nel caso di Garcia Marquez, anche Erri De Luca non è stato per me un “colpo di fulmine”. Avevo letto Non ora, non qui qualche anno fa, non ricordo esattamente quando ma certo prima del 2001, in quanto l’edizione che ho in casa porta ancora il prezzo in lire. L’avevo letto probabilmente
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di Gabriel García Marquez Ci sono libri di cui dici “L’ho amato dalla prima riga all’ultima”. Riguardo a Cent’anni di solitudine sarebbe inesatto se mi esprimessi così. Non è stato amore a prima vista: è stato un amore sereno e appagante, consapevole come gli amori in maturità. Iniziai a leggerlo ai tempi dell’università. Lo abbandonai a metà del primo capitolo,
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