Poi inizio a leggere Il giocatore invisibile di Pontiggia, e trovo la scena del Professore che passa la lettera denigratoria all’epidiascopio nel tentativo di individuarne l’autore, analizzando l’utilizzo di questo o quel termine.
Quando si dice le coincidenze.
Che pure andando avanti a leggere trovo anche questa preziosa frase: Reticenza e silenzio a volte dicono di più che le parole.
Più che un libro, si direbbe che io stia leggendo uno specchio.
Ieri sera ho visto Basta che funzioni, l’ultimo film di Woody Allen uscito nelle sale in questi giorni. Strepitosi dialoghi e esilaranti inserti di metacinema, tante tante battute che ho cercato di appuntare mentalmente, ma ormai dovrei sapere che non ho memoria per le battute. Non ne ricordo nemmeno una. Al pari delle barzellette.
Comunque la morale di Allen mi è familiare, mentre Pontiggia con l’esortazione a curare il male e non limitarsi ai sintomi mi pone una domanda: quante volte i sintomi non sono il male stesso? Sarà che sono ipocondriaca. Come Boris Yellnikoff.
idem per le battute.. e non parliamo delle barzellette :-/
quanto ai sintomi.. bhe.. secondo me vanno riconosciuti (come il mal di testa che non sta a dirti ‘yas, hai male alla testa’ ma forse e piuttosto ‘yas, c’è qualcosa con la digestione che non funziona’.. piccoli segni.. piccoli semafori che lampeggiano.. ingenui.. – secondo me vanno captati.. e poi.. a secondo.. messi via come tali.. oppure osservati.. perchè si sa.. il nostro corpo ci parla.. ma si sa pure.. che a furia di fissarti.. te le puoi anche chiamare le cose.. – vabè… insomma.. pressapoco ;o) un bacio yas
Concordo con te, strepitoso il film di W. Allen.
..e mi sono accorta che continuavo a chiamarti yas… c’est l’age.. ma anche no ;o) felica giornata ma belle.. muuuà