Archive for the 'vita' Category

La sospensione dell’ordinario

I primi fiocchi di neve mi provocano ancora la medesima eccitazione che provavo da bambina: mi elettrizzo. Vengo da una città di mare, dove la neve è avvenimento eccezionale: l’anno in cui i fiocchi bianchi si posarono sulle panchine e sulle palme del lungomare, Oneglia malinconica la rivedo attraverso foto di allora impresse nella mia memoria più che non attraverso
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Cose che _non_ accadono [più]

  M’hai detto t’amo, ti dissi aspetta, stavo per dirti eccomi, tu m’hai detto vattene. (Jules e Jim, di François Truffaut)   Non so dire se mi sia piaciuto Jules e Jim. Quel che posso dire è che mi ha inquietato. E non per il tragico triangolo, ma per i tratti del carattere di Catherine: quel voler sempre pareggiare i
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Qualcosa è cambiato

Qualcosa è cambiato. Da due giorni vado in giro con evidenti abrasioni in volto, conseguenza della mia repentina decisione di far togliere le macchie solari che avevo in faccia. Decisione presa su due piedi senza troppo pensare alle sgradevoli conseguenze estetiche di breve periodo. Fino a qualche tempo fa avrei affrontato la questione con toni apocalittici, sull’orlo di una crisi
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Le giornate grigie

Lo scorso Aprile pareva cominciare il periodo più bello dell’anno: le giornate primaverili, il primo tepore del sole sulla pelle, i week end al mare e i viaggi da preparare… dinnanzi a me si allungavano sei mesi meravigliosi. Poi Settembre è passato, Ottobre è scivolato veloce portandosi via il mio compleanno e lasciando il posto a giornate grigie che mi
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L’essenzialità di una domanda

Domandare a volte è più difficile che rispondere. Riflessione scaturita dalla serata di ieri: lezione di teatro, che è sfociata in lezione di schiaffi, ovvero come imparare a simulare l’atto di schiaffeggiare e la reazione allo schiaffo. Ma prima di questo abbiamo lavorato sulla fiducia reciproca, attraverso esercizi di conduzione e di ascolto ad occhi chiusi. E prima ancora, il
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Conchiglie

La mia casa ideale ha un terrazzo. Magari un terrazzo non grande, ma sufficiente ad accogliere un tavolo e qualche sedia, gli amici a cena nelle sere d’estate, e qualche vaso di fiori. Ha una cabina armadio, la mia casa ideale: per ospitare tutti i miei vestiti, invernali primaverili estivi e autunnali. I cappelli, le borse. Le scarpe, le cinture.
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Ottobre

Un mese di poche parole, come i nati sotto il suo segno. O forse sono così felice che mi dimentico di scrivere.

Trentasei

Trentasei. Non sono pochi. Ma molti di più sono stati i pensieri e gli auguri che ho ricevuto: via sms, email, facebook, messenger, telefonate, skype, e di persona. Pensieri buffi e messaggi teneri, alcuni davvero inaspettati. Un semplice grazie non esprime compiutamente il calore che mi è stato trasmesso, ma gli occhi ridono e questo è un bellissimo segno. Trentasei.
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Da un week-end all’altro: frammenti

Così vado ad una mostra che attendevo da un po’, pregustando la scoperta di una corrente artistica che ad altro non collegavo se non alla letteratura, e pure in questo campo con ricordi via via più sbiaditi: la Scapigliatura, un pandemonio per cambiare l’arte. E scopro (grazie a lei, che me l’ha spiegata) una tecnica pittorica affascinante ma che dal
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Questione di punti di vista

Già dalla prima scena capisci che non è Hollywood. E non soltanto per il paesaggio arido e montagnoso che individui immediatamente come francese. Sarà che i profili di quelle montagne li conosco bene e immediatamente mi ricordano le domeniche della mia infanzia. Comunque, a prescindere dall’ambientazione, i film hollywoodiani sono pieni d’azione. Anche quando l’azione non è concreta, è verbale.
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