Sarà che da ragazzina ascoltavo prevalentemente Beethoven e Tchaikovsky. Sarà che quando ho iniziato ad ascoltare i cantanti contemporanei ho prediletto altri generi. Sarà questo o quello, ma la notizia letta ora del decesso di Michael Jackson non mi suona come fine di un’epoca.
Chissà perchè, il primo pensiero che mi rimbalza in mente – in realtà più un ricordo che un pensiero – è la morte di Freddie Mercury, un lontano giorno in cui andavo al liceo: l’ultimo anno di liceo per la precisione. Sarà che ricordo benissimo la lezione di inglese e il ragazzo che allora mi piaceva che entrando in classe chiedeva di non essere interrogato perché era in lutto. Curioso come la memoria vada a macchia di leopardo.
Comunque no, la musica di Michael Jackson non è mai stata la mia musica preferita.
E mentre leggo su corriere.it dell’infarto di Michael gli occhi mi scivolano su un altro articolo, quei temi della maturità dove hanno fatto la loro comparsa anche i social network. Eh già, perchè a corriere.it sono arrivata dopo aver letto su Facebook i rumors del decesso.
E quindi il cerchio si chiude. Da Facebook a Michael Jackson, alle prove di Maturità con quell’incredibile traccia sugli aggregatori di relazioni nella rete, e da lì all’anno della mia Maturità. Altro che memoria a macchia di leopardo, esiste come sempre nella vita un fil rouge, a saperlo seguire…
E intanto su Milano si abbatte uno di quei temporali che ai tempi del liceo arrivavano soltanto a fine agosto, e annunciavano la fine dell’estate. Ora no, ora annuncia solo una giornata un poco più fresca, domani.
La musica di Michael Jackson non é epocale non ha fatto la storia della musica tranne Thriller che era un ottimo disco pop ma non ha cambiato il corso della storia musicale.
Resta il dolore per la persona che si é perduta strada facendo interiormente e per la quale oggi sarebbe necessario forse solo un po’ di pietà.
Ed invece lo sfrutteranno anche da morto con riedizioni super de luxe dei suoi dischi, lo celebreranno come un mito anche quelli che non lo consideravano nemmeno, facendo parlare di sé sfruttando questa sua morte.
Ecco per tutto questo anche se lui non é mai stato un genio della musica, un soffio di silenzio e di pietà.
Social networks: mi ha sorpreso vedere che questa volta molti temi ipotizzati sono usciti. Forse anche la fantasia dei Prof sta perdendo colpi…
Un bacio
Daniele il Rockpoeta
ebbene si.. l’ho saputo anche io da facebook.. leggendo un commento di un amico.. poi ho acceso la radio.. – altra storia.. – bethoven yas? peeeesante però no? quì giornata afosa.. di fatti è venuto giù un temporale.. ora sa di pulito.. notte colorata.. monia
@ Dani: io credo che abbia segnato la storia della musica pop… quello che intendo, è che la musica pop non è il mio genere di musica preferita. Sullo “sfruttamento della morte” in questo caso non la vedo così, Michael Jackson era un personaggio pubblico che sull’essere personaggio ha costruito la sua carriera (come la maggior parte dei cantanti), quindi non trovo oltraggioso parlarne.
un bacio 🙂
@ Monia: beethoven… mai trovato pesante 🙂
ricambio l’augurio…. in “domenica colorata”!
bacio 🙂
Nemmeno io ho patito troppo per la sua morte, anzi mi ha un poco infastidito come certe morti riescano ad essere plateali e gridate. Ma questa, come sempre, è colpa dei vivi…
Piove spesso a Milano, ultimamente. Domani rientro anch’io.
V
anche a me ha lasciato piuttosto indifferente. mi ricordo da ragazza invece il “dolore” per la morte di Bob, che io lo chiamavo così amichevolmente Bob…Bob Marley. e da donna adulta il “dolore” per Fabrizio che anche lui lo chiamavo così amichevolmente. Michael Jackson non l’ho mai chiamato Michael anzi guarda non so nemmeno come si scrive esattamente.
Michael era entrato in ognuno di noi, la sua musica poteva anche non piacere, ma ogni persona che conosco ha almeno un ricordo legato a lui, all’incredibile video di Thriller, al MoonWalk, al suo cappello, al plagio di AlBano, alle note di Smooth Criminal…